L’Aikido è un’arte marziale giapponese praticata sia a mani nude sia con alcune armi bianche tradizionali giapponesi: “bokken” (spada), “jo” (bastone) e “tanto” (pugnale). La disciplina dell’Aikido fu sviluppata da Morihei Ueshiba a cominciare dagli anni trenta del ‘900. Il nome aikido è formato da tre caratteri:
– ai significa “armonia” e nel contempo anche “congiungimento” ed “unione”
– ki significa “spirito” non nel significato che tale termine ha nella religione ma “soffio vitale”, “energia vitale”. L’essere umano è vivo finchè è percorso dal “ki” e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del “ki” l’essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve.
– do significa “disciplina” vista come “via”, “cammino”, in senso non solo fisico ma anche spirituale.
Aikido significa quindi innanzi tutto: “Via dell’armonia dello spirito“.
Morihei Ueshiba, il fondatore
Morihei Ueshiba (14 dicembre 1883 – 26 aprile 1969) è stato uno dei più grandi maestri di arti marziali del XX secolo.
Bambino esile e molto fragile, comincia presto a praticare il Daito ryu Aiki Jujutsu, insegnatoli dal suo maestro Takeda Sokaku, considerato uno degli ultimi veri samurai.
Riassumere la sua vita in così poche righe è difficile, ma una volta giunto finalmente ad Iwama, fonderà l’arte, la filosofia e la religione conosciuta col nome di Aikido e si dedicherà allo studio del Budo e all’agricoltura.
Morirà il 26 aprile 1969 per un cancro allo stomaco.
La finalità dell’Aikido
La finalità dell’Aikido non è rivolta al combattimento nè alla difesa personale, pur utilizzando per la sua pratica uno strumento tecnico che deriva dal Budo, l’arte militare dei samurai giapponesi; l’Aikido mira infatti alla “corretta vittoria” che consiste nella conquista della padronanza di sè resa possibile soltanto da una profonda conoscenza della propria natura interiore.
Con questo Morihei Ueshiba voleva affermare che per cambiare il mondo occorre prima cambiare noi stessi.
L’Aikido non è finalizzato al combattimento, come potrebbe sembrare osservando la sua pratica dall’esterno, ma è finalizzato allo studio delle dinamiche e delle relazioni esistenti fra gli individui nell’occasione del contatto.
A tal fine l’Aikido pur dovendo molto alle arti marziali giapponesi, in particolare al daitoryu-jujutsu, e pur simulando circostanze di combattimento, non condivide la finalità dell’uccisione dell’avversario e neppure dell’offesa dell’avversario allo scopo di realizzare una difesa personale.